Dal 1990 il Dipartimento Scienze Biologiche ed Ambientali (DSBA), ex Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina (DBAEM), dell’Università di Messina ospita una collezione di ceppi batterici isolati da campioni prelevati nel corso di diverse spedizioni italiane in Antartide (a partire dall’Estate Australe 1989/90). Allo scopo di valorizzare i ceppi che ne fanno parte, nel marzo del 2006 una convenzione tra il Museo Nazionale dell’Antartide (MNA) “Felice Ippolito” ed il DBAEM ha stabilito l’istituzione di una sezione tematica distaccata del MNA (Sede di Genova), presso l’Università di Messina, che ospitasse la Collezione Italiana Batteri Antartici (CIBAN) e svolgesse le seguenti attività:
- Conservazione dei ceppi batterici in contenitori adeguati in ambienti idonei ed accessibili;
- Classificazione dei microrganismi sino al livello tassonomico più vicino possibile a quello di genere e ove possibile anche di specie.
- Inserimento nell'apposito database del Museo dei dati relativi ai reperti (località di raccolta con coordinate geografiche, data di raccolta, numero identificativo del campione / sigla, descrizione di campagna se esistente, quantità del campione, classificazione).
- Disponibilità a far visitare la sezione o disponibilità nella divulgazione a scuole ecc.
- Predisposizione di una relazione annuale sulle attività svolte e consuntivo economico.
La CIBAN è una delle poche collezioni al mondo dedicate ai batteri antartici eterotrofi e possiede un inestimabile valore scientifico per lo studio e la conservazione della biodiversità antartica. L’importanza delle collezioni di campioni biologici antartici è stata riconosciuta recentemente nel corso del XXXIII Antarctic Treaty Consultative Meeting (Punta del Este, Uruguay, 3-14 May 2010). Le collezioni di colture costituiscono, infatti, un deposito di cellule viventi, genomi e potenziali informazioni sulle funzioni dei sistemi biologici a disposizione della ricerca scientifica di base e applicata. Esse consentono, inoltre, di poter utilizzare i ceppi per propositi non considerati al momento del loro deposito all’interno della collezione.
La CIBAN è stata, e continua a essere, oggetto di ricerche in campo ecologico e biotecnologico. In particolare, i ceppi della collezione sono utilizzati per lo studio della biodiversità batterica in Antartide (applicando metodi d’identificazione a livello molecolare), nonché delle interazioni antagonistiche che intercorrono tra le diverse specie in analisi. Un altro campo d’indagine prevede la determinazione delle caratteristiche morfologiche, biochimiche e fisiologiche (caratterizzazione fenotipica) dei ceppi ritenuti più interessanti.
I ceppi della CIBAN rappresentano, inoltre, un’importante risorsa per la biodiscovery. Essi vengono, ad esempio, sottoposti a screening per la biodegradazione d’inquinanti organici (quali idrocarburi e policlorobifenili) a bassa temperatura. Infatti, il Trattato Antartico vieta l’introduzione di specie alloctone e, dunque, ceppi con capacità degradative potrebbero essere adoperati per il risanamento di ambienti antartici inquinati.
Non meno importante è lo studio delle loro capacità di produrre biomolecole utili (quali antibiotici, enzimi ed esopolisaccaridi) da sfruttare in campo industriale. In particolare, ceppi della collezione isolati da spugne antartiche hanno mostrato di possedere attività antibiotica nei confronti di Bukholderia cepacia, un patogeno opportunista coinvolto nella fibrosi cistica, grazie alla produzione di composti volatili.
I risultati ottenuti sono pubblicati su riviste d’interesse nazionale ed internazionale, nonché oggetto di comunicazioni a congresso e tesi di laurea e dottorato.
Ad oggi la CIBAN accoglie un cospicuo numero di ceppi batterici isolati da campioni di diversa natura (acqua, sedimenti ed organismi marini; acqua lacustre; neve) prelevati in diversi siti antartici, quali ad esempio Baia Terra Nova, Dry Valleys, Dome C, Byers Peninsula.
I ceppi della Collezione sono conservati, in duplicato, a +4°C in tubi in Pyrex su terreno Marine Agar 2216 (MA, Difco) a "becco di clarino”. Per motivi di sicurezza, i due duplicati sono posti in termostati distinti. Una delle due copie viene usualmente utilizzata come collezione di lavoro per procedere eventualmente con le analisi di interesse; l’altra è adoperata esclusivamente al momento del controllo periodico della vitalità delle colture (ogni 4-6 mesi). Il controllo viene effettuato procedendo con una prima semina in piastra per accertare la purezza dei ceppi e con un loro nuovo trapianto in provetta. Nel caso in cui i ceppi non risultino puri, si provvede a ripurificarli, effettuando alla fine idonee prove fenotipiche per confermarne la purezza.
I ceppi della Collezione, come stabilito nella convenzione, vengono anche mantenuti a lungo termine in duplicato a –80°C, allestendo in appositi cryovials delle colture in Marine Broth (MB, Difco) addizionato con glicerolo (20%, v/v). Tale metodica, com’è noto, consente di recuperare, se necessario, quei ceppi che nel corso dei trapianti periodici non mostrano alcuna crescita o crescono con difficoltà.
Responsabile scientifico:
Prof. Emilio De Domenico
tel. +39 090 6765527
e-mail: edd@unime.it
Dove siamo:
Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali
Sezione di Ecologia Microbica e Biotecnologie
Università degli Studi di Messina
Viale F. Stagno d'Alcontres, 31 (4° Piano)
Messina
Orari:
Al momento non esiste un’esposizione, ma i laboratori sono visitabili su richiesta.