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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
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Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
03/06/2015

Il 24 maggio scorso, durante la cerimonia di chiusura del Festival di Cannes è stato proiettato,  come unico film, il documentario Ice and sky del regista Luc Jacquet, noto per il precedente documentario “La marcia dei pinguini”. Il nuovo film racconta la storia di Claude Lorius*, glaciologo francese di fama internazionale, e del suo contributo fondamentale allo sviluppo delle ricerche sulle carote di ghiaccio, che hanno avuto un ruolo determinante nella ricostruzione della storia dell’atmosfera e del clima e delle relazioni tra gas serra e cambiamento climatico.

L’ avventura scientifica di Claude Lorius iniziò con l’Anno Geofisico Internazionale 1957/58, quando trascorse un inverno in Antartide nella Stazione Charcot (Terra Adélie), ed è culminata con la pubblicazione di tre lavori scientifici fondamentali sulla rivista Nature nell’ottobre 1987. In queste pubblicazioni, attraverso lo studio delle carote di ghiaccio estratte a Vostok (grazie ad una collaborazione  internazionale Francia/ USA/Russia, in piena guerra fredda!), veniva dimostrata la stretta connessione tra le variazioni della CO2 e quelle della temperatura nell’ultimo ciclo glaciale/interglaciale, cioè la prima evidenza della connessione tra variazioni climatiche e variazioni della concentrazione atmosferica dei gas serra nel recente passato geologico. Successivamente (1999) tale connessione veniva estesa agli ultimi quattro cicli glaciali/interglaciali (ciascuno della durata di circa 100.000 anni). Quanto dimostrato a Vostok per gli ultimi 420 mila anni è stato poi confermato ed esteso agli ultimi 800 mila anni dagli studi sulle carote di ghiaccio di Dome C del progetto EPICA (1996-2004), al quale pure l’Italia ha partecipato molto attivamente.

Recentemente, analisi effettuate su campioni di ghiaccio di età stimata a circa 1 milione di anni fa (Higgins et al. 2015), prelevati dall’area di ghiaccio blu di Allan Hills (la più famosa “trappola di meteoriti” in Antartide, ove affiora in superficie ghiaccio molto antico), hanno mostrato che la connessione tra temperatura e gas serra (CO2 e metano) si estende anche prima della cosiddetta “transizione medio-pleistocenica” (circa 900 mila anni fa), quando il sistema climatico cambiò frequenza e ampiezza della variabilità climatica ciclica, passando da cicli climatici della durata media di 40.000 anni, con ampiezza contenuta, a cicli di circa 100.000 anni con ampiezza più accentuata, cioè con periodi glaciali molto freddi e periodi interglaciali molto caldi.

Al termine della proiezione di Ice and sky Claude Lorius è stato accolto da una “standing ovation” durata 5’. La proiezione del documentario Ice and sky al termine del festival di Cannes è stata voluta per richiamare l’attenzione sulla Conferenza sul Cambiamento Climatico promossa dalle Nazioni Unite, che si terrà a Parigi nel prossimo dicembre. Il nuovo film Ice and sky sarà distribuito nelle sale cinematografiche nell’autunno 2015. Al film è associato un programma educativo rivolto a studenti e insegnanti.

* Claude Lorius – glaciologo francese, promotore delle perforazioni in ghiaccio in Antartide, membro de l’Academie des Sciences, premio Balzan 2001 per la climatologia, presidente dello Scientific Committee on Antarctic Research (1986-90), membro onorario e medaglia SCAR 2008.

                                                                                                                                                                                                                                                  Giuseppe Orombelli