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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
25/09/2014

Le variazioni delle Calotte polari prodotte da cause esterne (clima, livello del mare) ed interne (comportamento dinamico) costituiscono oggetto di un dibattito scientifico che dura da circa un secolo, ma hanno assunto carattere di problema socialmente urgente negli ultimi decenni, da quando cioè si è progressivamente manifestata l’attuale fase di riscaldamento planetario che ha portato ad un aumento del livello degli oceani maggiore di 3 mm all’anno.

Dal 1989, in Penisola Antartica e nei ghiacciai che defluiscono nell’Amundsen Sea si sono disintegrate e/o ridotte drasticamente molte  piattaforme di ghiaccio galleggianti e si è verificato un anomalo distacco di iceberg. Dal 1996 tale fenomeno si è accentuato con l’evento più catastrofico nel 2002, caratterizzato dalla disintegrazione in poche ore della piattaforma di ghiaccio galleggiante  Larsen B in Penisola Antartica.

La riduzione e la disintegrazione delle piattaforme sono collegate a processi di fusione, sia in superficie che all’interfaccia ghiaccio/oceano, dovuti all’aumento di temperatura atmosferica e/o ad una maggiore ingressione di acque oceaniche relativamente più calde alla base delle piattaforme di ghiaccio. La Penisola Antartica a partire dal 1950 ha avuto un aumento di più di 2,5 °C, quasi un ordine di grandezza maggiore della aumento di temperatura a scala globale.

Un lavoro pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista americana Science da Michele Rebesco (OGS Trieste) e da colleghi europei e nord americani ha messo in evidenza, attraverso lo studio di rilevamenti geofisici e di sedimenti marini dei fondali marini sottostanti l’area occupata precedentemente dalla piattaforma Larsen B, che il suo collasso repentino nel 2002 è stato causato da riscaldamento dell’atmosfera, piuttosto che da una instabilità causata da una maggiore fusione nella parte inferiore della piattaforma di ghiaccio alla interfaccia con le acque oceaniche. I ricercatori hanno scoperto che la zona in cui il ghiaccio continentale inizia a galleggiare è rimasta in una posizione relativamente stabile per circa 12 mila anni fino al collasso 2002. A seguito del collasso i ghiacciai che defluivano nella piattaforma hanno subito un drastico aumento della velocità, fino ad otto volte la velocità precedente al collasso.

Uno studio di una carota di ghiaccio raccolta ad un centinaio di chilometri dalla piattaforma Larsen B, pubblicato l’anno scorso sulla rivista Nature Geoscience, mostra un aumento delle temperature estive con un marcato aumento della fusione dei ghiacci nella regione negli ultimi 100 anni; tale aumento non ha avuto precedenti negli ultimi 1.000 anni.

I risultati contribuiscono alle ricerche sull’attuale e futuro innalzamento del mare causato dalla riduzione della calotta di ghiaccio dell’Antartide.

Massimo Frezzotti