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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
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Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
28/10/2014

Ogni settembre, nel loro ciclo annuale di espansione e contrazione,  i ghiacci marini antartici raggiungo la massima estensione mentre quelli artici si riducono al minimo, per tornare poi, rispettivamente, a ridursi e ad espandersi. Ma mentre da alcuni decenni i ghiacci marini artici sono  in forte regresso, l’estensione massima di quelli antartici è in  lento progressivo aumento. Questa contrastante tendenza è confermata anche per il 2014 dai dati recentemente riportati da National Snow & Ice Data Center e dalla NASA.

Il 22 settembre 2014 i ghiacci marini che circondano l’Antartide hanno raggiunto l’estensione massima di 20,11 milioni di km2, superando di 560 mila km2 il precedente record raggiunto nel 2013. In ciascuno degli ultimi tre anni (2012, 2013, 2014) i ghiacci marini antartici hanno stabilito un nuovo record dell’estensione massima alla fine della stagione invernale australe, dall’inizio delle misure sistematiche da satellite (1979). Rispetto alla media degli anni 1981-2010 l’estensione massima in settembre è aumentata del 1,3% al decennio. L’aumento di estensione è particolarmente evidente nei settori del Pacifico occidentale (Mare di Ross) e dell’Oceano Indiano (Terra di Enderby), come già negli anni precedenti. L’aumento della estensione massima dei ghiacci antartici è attribuito a un cambiamento persistente nella circolazione atmosferica connesso ad una intensificazione dei venti occidentali, come pure, forse, ad un aumento della fusione dei ghiacci continentali con conseguente ingresso in mare di acqua dolce meno densa, galleggiante e inibente il rimescolamento con le acque sottostanti e quindi favorendo il congelamento.

Tuttavia l’esame delle prime immagini da satellite riprese negli anni ’60 e ’70 mostra che la variabilità dell’estensione massima dei ghiacci antartici è stata forse più grande di quella osservata nell’ultimo trentennio e che, pertanto, l’attuale estensione non avrebbe ancora superato i livelli massimi raggiunti nell’ultimo secolo.

Pochi giorni prima che i ghiacci marini antartici raggiungessero la loro massima estensione, i ghiacci marini artici, il 17 settembre  2014, hanno raggiunto la loro minima estensione annua  di 5,02 milioni di km2. Si tratta di un valore di poco inferiore a quello del 2013 e rappresenta il sesto valore minimo dal 1979, da quando sono iniziate le misure da satellite. Come già nello scorso anno le condizioni meteorologiche sull’Artide sono state del tutto normali e non particolarmente favorevoli alla riduzione dei ghiacci marini: ciò porta a pensare che il sistema si sia stabilizzato su un trend negativo. La tendenza al declino dell’estensione minima dei ghiacci marini artici alla fine della stagione estiva prosegue ad un tasso lineare di – 13,3% al decennio rispetto alla media 1981-2010. I dieci valori minimi annuali si sono verificati tutti negli ultimi 10 anni. La riduzione dei ghiacci marini artici è attribuita al riscaldamento accentuato in atto nell’Artide, circa + 2 °C in un trentennio.

Giuseppe Orombelli