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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
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Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
14/09/2017

Dopo gli importanti risultati ottenuti dallo studio delle carote di ghiaccio raccolte dal progetto EPICA che hanno dimostrato la stretta relazione fra contenuto di CO2 e clima negli ultimi 800 mila anni, la comunità paleoclimatica internazionale è fortemente interessata ad ottenere informazioni sulla storia più antica. In particolare, a livello europeo, è stato avviato un progetto per raccogliere dati su sequenze di ghiaccio di età superiore a 800 mila anni fino a 1,5 milioni di anni: “Beyond EPICA - Oldest Ice” a cui partecipano dieci nazioni europee in stretta collaborazione anche con Australia e USA. 

Recentemente Science online ha riportato la notizia del ritrovamento in Antartide di ghiaccio di circa 2,7 milioni di anni fa e i risultati di sofisticate analisi sulle bolle d’aria intrappolate al tempo della deposizione. Sulla rilevanza di questi risultati abbiamo chiesto il commento di Massimo Frezzotti dell’ENEA, glaciologo e promotore del sopra citato progetto europeo. 

Dal commento su Science online di P. Voosen e dal riassunto della comunicazione presentata alla Goldschmidt conference da Y. Yan e coautori risulta che l’età del ghiaccio è stata determinata mediante geocronologia isotopica K/Ar sulle bolle d’aria. Quanto è innovativa ed affidabile questa datazione?

M. Frezzotti: L’utilizzo di tecnologie di cronologia isotopica non è una novità in assoluto nella datazione delle carote di ghiaccio. Già alcune datazioni sono state fatte in passato, ma richiedono notevoli quantità di materiale. Nel progetto TALDICE stiamo utilizzando il decadimento di un isotopo cosmogenico del Krypton per datare la parte più profonda ed antica della carota di ghiaccio. Questa metodologia ha limiti temporali di risoluzione intorno al milione di anni. Quella K/Ar adottata in questo studio può viceversa consentire di datare, pur con limiti di errore piuttosto elevati, campioni di ghiaccio anche di milioni di anni fa.

Il ritrovamento di ghiaccio così antico viene presentata con un carattere di eccezionalità. E’ così?

M. Frezzotti: In Antartide, ghiaccio più antico di 800 mila anni fa era già stato ritrovato e studiato. Non è da escludere che si possa rinvenire ghiaccio molto più antico, anche di una decina di milioni di anni; ricordo che la calotta di ghiaccio in Antartide è iniziata a svilupparsi 30-35 milioni di anni fa. Sono comunque reperti importanti che possono “testimoniare” condizioni climatico-ambientali “puntuali” nel tempo. Diversa e più completa è l’informazione che deriva dall’analisi di sequenze temporali continue ed indisturbate come quelle delle perforazioni profonde.

Dal commento di Science emerge un risultato apparentemente sorprendente per quanto riguarda il contenuto di CO2. Il contenuto misurato è dell’ordine di 300 ppm, inferiore cioè a quello dell’atmosfera attuale che ha raggiunto i 400 ppm. Quale può essere il significato di un valore “così basso” di CO2 in un periodo (Pliocene superiore/Pleistocene inferiore) per il quale la temperatura è stata stimata essere di qualche grado superiore all’attuale interglaciale?

M. Frezzotti: I dati ottenuti sulla carota antartica sono di indubbio interesse. Infatti, i valori di concentrazione di CO2 risultano essere inferiori a quelli stimati per l’atmosfera tramite gli isotopi del Boro nei foraminiferi planctonici dei depositi marini di quel periodo. Il contenuto di CO2 doveva essere intorno a 350-400 ppm. Va comunque sottolineato che entrambe le metodologie mostrano grandi incertezze a causa dei limiti della tipologia di campionamento e dei metodi di misura. Solo da una carota che raggiungesse ghiaccio di una tale età si potrebbe determinare con la dovuta precisione ed in una sequenza continua la variabilità del contenuto di gas ad “effetto serra” (anidride carbonica e metano). 

Intervista di Massimo Frezzotti (ENEA), raccolta da Jacqueline Müller