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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
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Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
16/04/2016

Il 7 aprile 2016 nella Baia Terra Nova (Antartide) si sono staccati due iceberg dalla Piattaforma di ghiaccio galleggiante Nansen, di 50 e 100 km2 e di uno spessore di circa 250 m. L’evento è stato seguito dalla costellazione di satelliti ESA (Sentinel-1 e 2) e NASA (Landsat 8, MODIS Terra e AQUA), che hanno permesso di osservare“quasi” in tempo reale l’evoluzione del fenomeno (http://www.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy/La_piattaforma_di_ghiaccio_Nansen_genera_due_iceberg). Attualmente l’iceberg più piccolo si è fermato su dei bassi fondali vicino a Cape Russell, pochi km a Nord del punto di distacco, mentre l’iceberg più grande sta uscendo dalla Baia Terra Nova nel Mare di Ross, sospinto dalle correnti marine e dai forti venti catabatici. Gli iceberg in oggetto attualmente non creano problemi per le infrastrutture della base italiana “Stazione Mario Zucchelli” del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e a quella sud coreana “Stazione Jang Bogo”, poste  circa 30 km a Nord dal punto di distacco. Inoltre, essendo la base degli iceberg a circa 200 m di profondità, non vi dovrebbero essere problemi per le strutture di osservazione in mare del PNRA (http://morsea.uniparthenope.it) nella Baia Terra Nova, in quanto poste a profondità maggiore (400 m).

Il fenomeno di distacco è avvenuto durante un evento particolarmente forte di vento catabatico, con velocità dei venti che hanno superato i 120-130 km all’ora (http://www.climantartide.it) ed  hanno probabilmente portato alla formazione di una mareggiata che ha innescato il processo di distacco, oramai alle sue fasi conclusive. 

La frattura che ha generato il distacco di iceberg ha iniziato a formarsi nel 1999, per la normale dinamica glaciale della piattaforma. La frattura si è poi andata velocemente allargando, quando la parte meridionale della Piattaforma di ghiaccio Nansen è stata agganciata dalla più veloce Lingua di ghiaccio Drygalski. La Piattaforma Nansen defluisce ad una velocità di 150-170 metri all’anno, mentre la Lingua Drygalski ha una velocità  4-5 volte superiore (700 metri anno). La differente velocità fra i due corpi glaciali ha portato all’amplificazione della frattura ed al successivo distacco degli iceberg.

L’area fu esplorata per la prima volta all’inizio del XX secolo dalle spedizioni di Shackleton (1908-10) e Scott (1902-04 e 1910-14). Il toponimo Nansen Ice Sheet fu dato in onore del più famoso esploratore polare dell’epoca, il norvegese Fridtjof Nansen, che successivamente fu anche insignito nel 1922 del Nobel per la pace, per la sua attività in aiuto dei rifugiati della prima guerra mondiale.

L’analisi storica effettuata analizzando la cartografia delle spedizioni dell’inizio del XX secolo, le fotografie aeree degli anni sessanta e le immagini da satellite a partire dal 1972, ha permesso di ricostruire i processi di distacco di iceberg della Piattaforma di ghiaccio Nansen e della limitrofa Lingua di ghiaccio Drygalski sin dall’inizio del XX secolo. Sia la Lingua Drygalski che la Piattaforma Nansen durante il XX secolo hanno avuto distacchi di iceberg: il primo evento di distacco dalla Nansen è avvvenuto tra il 1913 e gli anni '50 ed un secondo tra il 1963 ed il 1972 (circa 170 km2). Quindi il distacco prodottosi in questi giorni è perfettamente coerente con le precedenti situazioni, con una periodicità di 30-50 anni.

Il distacco di iceberg è infatti un evento fisiologico in Antartide, dal momento che ogni anno si accumulano sul continente circa 2.000 km3 di ghiaccio e, in condizioni di equilibrio, altrettanto viene restituito al mare per  distacco di iceberg dalle piattaforme e lingue di ghiaccio galleggianti o per fusione alla loro base, a contatto con le acque oceaniche. Dall’Antartide si staccano iceberg tabulari di dimensioni enormi. Il più grande, avvistato nel 1956, misurava circa di 31.000 km2 (335 x 95 km), pari alla superficie del Belgio. Dalla Piattaforma di Ross (300 km a Sud di Baia Terra Nova) nel 2000 si è staccato un iceberg di grandi dimensioni (295 km per 37 km, pari a 11.000 km2, con uno spessore del ghiaccio compreso fra i 200 e i 350 m), e una porzione di questo, l’iceberg B15A di 3.000 km2 (con una superficie grande quanto la Valle d’Aosta) transitò nel 2005 nella Baia Terra Nova, andando in collisione con la Lingua di ghiaccio Drygalski. La collisione portò al distacco di una porzione di quest’ultima con la formazione di un iceberg di circa 60 km2 (http://earth.eo.esa.int/ewarchive/special_events/iceberg-b15_antartic/), analogo per dimensione a quelli staccatisi dalla Piattaforma Nansen il 7 aprile scorso.

La formazione degli iceberg è quindi parte di un normale processo, con avanzate pluri-decennali delle piattaforme e lingue di ghiaccio galleggianti, interrotte da grandi distacchi di iceberg. La fusione del ghiaccio alla base delle piattaforme e il distacco di iceberg non hanno effetto immediato sulle variazioni del livello del mare, in quanto questi corpi di ghiaccio galleggianti sono già in equilibrio idrostatico con gli oceani. Il distacco del nuovo iceberg rientra dunque nella normale evoluzione glaciale, né ci sono particolari pericoli per la navigazione o per l'innalzamento del livello del mare. 

Gli iceberg dopo il loro distacco navigano, alcune volte per decine di anni, intorno all’Antartide grazie alle basse temperature di questi oceani polari (-1,2 °C). Alcune volte le correnti oceaniche portano gli iceberg al di fuori degli oceani polari, dove le acque più calde (>5°C) inducono la rapida fusione degli iceberg. L’iceberg antartico osservato più lontano dal continente fu avvistato nel 1894 all’altezza di Rio de Janeiro nell’Oceano Atlantico.

 

Massimo Frezzotti, ENEA (massimo.frezzotti@enea.it)

 

 

Approfondimenti

  • Baroni C. (ed.), 1996. Antarctic Geomorphological and Glaciological 1:250 000 map series, Mt. Melbourne Quadrangle (Victoria Land). MNA, Siena (http://www.mna.unisi.it/Editoria/Carte_tematiche/Carte_MNA.html)
  • Baroni C. (ed.), 2001. Antarctic Geomorphological and Glaciological 1:250 000 map series, Relief Inlet Quadrangle (Victoria Land). MNA, Siena (http://www.mna.unisi.it/Editoria/Carte_tematiche/Carte_MNA.html)
  • Baroni C., Frezzotti M., Giraudi C. & Orombelli G., 1991. Ice flow and surficial variation inferred from satellite image and aerial photograph analysis of Larsen Ice Tongue, Hells Gate and Nansen ice shelves (Victoria Land, Antarctica). Mem. Soc. Geol. It., 46, (1989), 69-80.
  • Frezzotti M., 1993. Glaciological study in Terra Nova Bay, Antarctica, inferred from remote sensing analysis. Annals of Glaciology, vol. 17, 63-72.
  • Frezzotti M., 1997. Ice front fluctuation, iceberg calving flux and mass balance of Victoria Land glaciers (Antarctica). Antarctic Science, 9(1), 61-73.
  • Frezzotti M. & Mabin M.C.G., 1994. Twentieth century behaviour of the Drygalski Ice Tongue, Ross Sea, Antarctica. Annals of Glaciology, Vol. 20, 397-400.
  • Frezzotti M., I. Tabacco and A. Zirizzotti, 2000. Ice discharge of eastern Dome C drainage area, Antarctica, determined from airborne radar survey and satellite image analysis. Journal of Glaciology, Vol. 46 (153), 253-273, DOI: 10.3189/172756500781832855