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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
07/11/2017

Il processo stagionale di formazione e distruzione di circa 20 milioni di km2 di ghiaccio marino intorno all'Antartide ha un'enorme influenza sul clima globale. La variabilità dell'estensione del ghiaccio marino nel passato alla scala secolare costituisce tuttora un problema aperto e condiziona la comprensione delle variazioni climatiche degli ultimi 10.000 anni.  L'integrazione dei risultati di ricerche condotte nel Mare di Ross su sedimenti marini costieri e su carote di ghiaccio continentale ha evidenziato, da un lato, la complessità delle interazioni dei diversi comparti del sistema climatico (criosfera, atmosfera, idrosfera) nella regione e, dall'altro, ha condotto all'identificazione nei venti catabatici e nei processi di polynya le principali cause della variabilità dell'estensione del ghiaccio marino nel corso dell'Olocene. Lo studio è stato condotto nell'ambito di collaborazioni internazionali, finanziate per la parte italiana dal Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide, ed è stato pubblicato il 6 novembre sul Nature Communications (https://www.nature.com/articles/s41467-017-01455-x); il comunicato stampa contenente i commenti degli autori italiani è consultabile in calce. 

Al primo autore della nota, Karin Mezgec, beneficiaria di una borsa di dottorato finanziata dal Museo Nazionale dell'Antartide, abbiamo chiesto una dichiarazione relativa al suo contributo scientifico:

"Nel corso del Dottorato di ricerca in Scienze della Terra, ambientali e polari dell’Università di Siena ho avuto la possibilità di continuare la collaborazione avviata nell'ambito del progetto europeo HOLOCLIP (coordinato da Barbara Stenni) con Xavier Crosta, ricercatore presso l’Università di Bordeaux, per mettere a punto le tecniche di analisi e approfondire la conoscenza sulle diatomee, microscopiche alghe silicee molto abbondanti nell’Oceano Meridionale e presenti come fossili nelle sequenze sedimentarie. Le diatomee sono considerate dei buoni bioindicatori di condizioni ambientali attuali e passate, perché presentano un’elevata sensibilità alle più piccole variazioni di parametri ambientali quali copertura glaciale, temperatura dell’acqua, circolazione e luce e perciò rivestono un ruolo molto importante negli studi di ricostruzione paleoambientale e paleoclimatica.

Attraverso l’osservazione al microscopio ottico di vetrini preparati per ogni campione di sedimento prelevato dalla carota marina si è proceduto al conteggio ed alla determinazione delle specie di diatomee presenti nel campione e successivamente al calcolo dell’abbondanza relativa. In base all’abbondanza di Fragilariopsis curtaFragilariopsis kerguelensis, le spore di Chaetoceros e Thalassiosira antarctica, tutte specie che rivestono un ruolo ecologico ben preciso nel mare antartico, è stato possibile ricostruire l’ambiente ed il clima del passato nel Mare di Ross."

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