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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
13/07/2015

La Sezione Tematica di Micologia del Museo Nazionale dell’Antartide è stata istituita nel 2006 con lo scopo di conservare, studiare e valorizzare microfunghi isolati nel corso di oltre 20 anni di spedizioni italiane in Antartide. La sezione tematica ospita la collezione colture fungine (CCFEE, Culture Collection of Fungi From Extreme Environments) conservata in forma vivente, congelata e liofilizzata, presso il Laboratorio di Botanica Sistematica e Micologia (DEB). I funghi della collezione sono stati isolati soprattutto da rocce; anche le rocce colonizzate da cui i funghi sono stati isolati sono conservate presso la sezione tematica a -20°C. L’Antartide è coperta per il 98% da ghiaccio ma il restante 2% è costituito da aree prive di ghiaccio dove la roccia rappresenta il substrato principale per la vita. Una delle aree più significative in questo senso è senz’altro quella delle Valli Secche di McMurdo; qui le condizioni climatiche rendono impossibile la sopravvivenza sulla superficie e la vita, esclusivamente microbica, trova riparo all’interno della roccia dove le condizioni nanoclimatiche sono più tamponate rispetto a quelle esterne. Pertanto questo estremo adattamento rappresenta l’ultima possibilità di sopravvivenza per i microrganismi prima dell’estinzione.

 

I funghi isolati di queste comunità sono estremamente resistenti alle pressioni ambientali. Essi sono in grado di tollerare valori estremi di temperatura, irraggiamento e stress osmotico. Inoltre, l’esposizione per tempi significativamente lunghi su scala evolutiva in condizione di estremo isolamento genetico e geografico, e sotto pressioni ambientali uniche ha promosso l’evoluzione di specie del tutto nuove e diverse da qualsiasi altra conosciuta al momento. Tutte queste caratteristiche rendono questi organismi molto interessanti per diversi tipi di studio e molti progetti scientifici gravitano attorno alla collezione con il coinvolgimento di noti gruppi di ricerca in tutto il mondo.

Nella mostra sono illustrate le caratteristiche dell’ambiente dove si trovano le comunità criptoendolitiche, la loro struttura e le caratteristiche dei funghi da essi isolati. I reperti raccolti in campo sono esposti in apposite vetrine e sono illustrate le principali linee di ricerca.

Tra gli studi più significativi sono senz’altro quelli di filogenesi molecolare che al momento hanno permesso la descrizione di ben 8 generi e 12 specie antartiche nuove.

L’astrobiologia, che studia le origini della vita e la possibilità di vita al di fuori del nostro pianeta, è un altro importante ambito di ricerca; le Valli Secche di McMurdo, in particolare, sono considerate l’ambiente terrestre più simile a quello marziano. Il fungo criptoendolitico Cryomyces antarcticus, resistente a diversi fattori stressanti tra cui vuoto spaziale (disidratazione spinta), elevato irraggiamento UV e temperature estreme, è stato selezionato per gli esperimenti LIFE and BIOMEX sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), condotti in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Questi esperimenti hanno lo scopo di testare la sopravvivenza a lungo termine (18 mesi) dei microrganismi a condizioni spaziali reali e di verificare la presenza di eventuali biofirme che essi possono aver lasciato su analoghi di rocce marziani e lunari dopo esposizioni spaziale prolungata.

Ricerche sono attive anche nel settore della conservazione dei beni culturali. Alcuni funghi, filogeneticamente correlati con quelli criptoendolitici antartici, sono in grado di colonizzare monumenti lapidei esposti in esterno in condizioni di forte irraggiamento solare, aridità e fluttuazioni termiche. Il loro sviluppo su monumenti dà luogo ad un fenomeno noto come “BIOPITTING”, dovuto alla crescita di colonie scure che scavano attivamente la pietra fino a diversi centimetri di profondità. Questi funghi sono i principali responsabili dei fenomeni di degrado dei monumenti in esterni grazie al loro potenziale erosivo chimico ma soprattutto meccanico. Collaborazioni sono state accese con i musei Vaticani nell’ambito delle quali sono state descritte nuove specie isolate da monumenti marmorei del Cortile della Pigna.