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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
10/10/2013

A sei anni dal precedente  rapporto l’IPCC (l’organizzazione scientifica per la valutazione del cambiamento climatico promossa dalle Nazioni Unite e dalla Organizzazione Meteorologica Mondiale)  ha ultimato il primo volume del 5° rapporto IPCC  “ Climate Change 2013 – The Physical Science Basis”  e, recentemente, ne ha diffuso il sommario per i “policymakers”, cioè quanti dovrebbero orientare le politiche ambientali in tema di cambiamenti climatici.
Download del testo: WGIAR5-SPM.pdf

Una sintesi dei principali contenuti è stata diffusa da S. Castellari, Focal Point IPCC per l’Italia,correggendo talune anticipazioni inesatte o distorsioni diffuse della stampa (vedi al sito )

Come Museo dell’Antartide  ne sottolineiamo qui brevemente alcuni aspetti che derivano o riguardano l’Antartide o, più in generale, le zone polari.

Viene confermato l’accentuato aumento della temperatura media annua delle regioni alle medie-alte latitudini dell’emisfero Nord: l’ultimo trentennio (1983-2012) è stato molto probabilmente il più caldo negli ultimi 800 anni. In vaste aree del Canada Artico e della Siberia la temperatura media annua nell’ultimo secolo è aumentata di oltre 2°C.

I ghiacci marini artici hanno continuato a ridursi e a diminuire di spessore: l’estensione minima, raggiunta al termine dell’estate nel mese di settembre, dal 1979 si è andata riducendo  di oltre il 10% al decennio. E’ molto probabile che tale riduzione continui nei prossimi decenni, con una riduzione prevista dai diversi modelli, per la fine del secolo, compresa tra il 43%  e il 94%.

Per quanto riguarda le due grandi coltri glaciali polari (nelle quali è racchiuso il 99% del volume totale dei ghiacciai della Terra), quella della Groenlandia ha subito un’accelerazione nella perdita di ghiaccio a mare da 34 miliardi di tonnellate all’anno (Gt/anno) nel periodo 1992-2001 a 215 Gt/anno nel periodo 2002-2011. La perdita di ghiaccio dall’Antartide è cresciuta da 30 Gt/anno nel periodo 1992-2001 a 147 Gt/anno nel periodo 2002-2011, a spese soprattutto dei ghiacciai della Penisola Antartica e del settore dell’Antartide occidentale lambito dal Mare di Amundsen.  Tale aumento è attribuito principalmente all’accelerazione del flusso a mare di numerosi ghiacciai, in larga misura condizionato dalla  fusione prodotta dal contatto con acque marine più calde.

Anche il tasso di perdita di ghiaccio da parte dei ghiacciai montani e delle piccole calotte subpolari è aumentato nell’ultimo decennio.

Il contributo dei ghiacciai e delle coltri glaciali alla risalita del livello medio globale del mare è quindi aumentato, pur essendo ritenuto ancora di poco inferiore al contributo dovuto all’aumento di volume delle acque oceaniche per il loro aumento di temperatura.

Il tasso di risalita del livello medio globale degli oceani è stato di 1,7 mm/anno dal 1901 al 2010, di 2,0 mm/anno dal 1971 al 2010,  di 3,2 mm/anno dal 1993 al 2010 e continuerà a crescere: per la fine del secolo 21° le proiezioni dei diversi modelli indicano un aumento compreso tra 52 e 98 cm, maggiore di quanto previsto nel precedente  rapporto IPCC. Di fatto, lungo le coste dei diversi mari ed oceani, l’aumento del livello del mare è e sarà anche molto diverso (maggiore o minore)  rispetto ai valori medi sopra indicati.

Come è noto i rapporti IPCC si basano sull’analisi della produzione scientifica internazionale ritenuta più valida (nel primo volume del  rapporto 2013 oltre 9.200 articoli scientifici citati), sono redatti e vagliati da migliaia di ricercatori, spesso organizzati in gruppi di lavoro e programmi internazionali. Un esempio è il programma europeo “ice2sea” che ha contribuito alla valutazione del contributo dei ghiacciai alla risalita del livello del mare.